Traente al fosco e’ il color del mio volto e lo sguardo mio truce e severo

Montanaro e poeta, lavoratore della terra ed uomo di cultura, intelligente ed arguto, divertente e profondo, egli lasciò un profondo segno nella nostra valle, e a San Simon di Vallada, dove venne sepolto nel 1822, i compaesani lo ricordarono con il ritratto in bronzo (in alto a destra della porta che dà ad ovest) realizzato da un artista della Val del Biois, lo scultore Pietro Amedeo Lazzaris di Celat, che, fedele al suo aspetto reale, ne rese bene il carattere nello sguardo fiero e vivace.

Chi sale a San Simon può notare la curiosa e gradevole poesia riportata in una lapide sulla scala d’ingresso al cimitero; poesia divertente, arguta, beffarda, anche esagerata, ma così la volle il suo autore, Valerio Da Pos, che la dedicò a sé stesso nei lontani anni all’inizio dell’Ottocento. Valerio, nato nel 1740, era un ragazzo di Carfon, villaggio di montagna di fronte a San Simon, che in un’epoca difficile, di continue guerre e rivoluzioni, riuscì a portare avanti il suo talento di poeta, nel poco tempo che gli lasciavano il duro lavoro ed il suo grande impegno a favore della comunità della Valle del Biois.

In questa fossa
in un casson di legno,
di Valerio Da Pos chiuse son l’ossa;
uomo senza dottrina e senza ingegno.
E quanto si può dir di pasta grossa
Fortuna riguardollo
ognor con sdegno;
morte alfin lo trasse in questa fossa.
Morì pien di debiti e fallito;
fu matto fin che visse; ora è guarito.