La stele con la famosa “C” interpretata come l’iniziale di Celentone

Correva l’anno 720 dopo Cristo, ed erano anni difficili, di continue lotte e di ben poca stabilità.

Si tramanda che allora i nostri avi della Val del Biois vivessero in alto e non nei fondivalle, perchè malsani ed insicuri.

Un giorno di quel lontanissimo anno alcuni di loro aiutarono un fuggiasco di nome Celentone, giunto su questi monti probabilmente dall’Aquileia romana e cristiana, lo accolsero fra di loro e col tempo, quando lo conobbero a fondo, lo scelsero come capo e guida della loro comunità.

Il Celentone, uomo saggio e giusto, amò queste genti e si fece da loro amare: visse qui sette anni, organizzando ed insegnando e soprattutto portando la parola di Gesù, che i nostri avi non avevano ancora udito, ed assieme a loro costruì sul fianco del monte che lo aveva accolto una chiesetta dedicata ai Santi Simone e Giuda Taddeo.

Comoda per i paesi più vicini e ben visibile anche da quelli lontani, essa divenne ben presto il punto di incontro della comunità cristiana e della società civile, nate tutt’e due con l’opera pia e saggia del buon Celentone, che lasciò sul monte questo segno sacro e diede al monte stesso il proprio nome.