Nel cuore delle splendide Dolomiti Bellunesi, e più precisamente nelle vallate dell’Agordino, la comunità di Vallada Agordina custodisce da tempi antichi la Chiesa dei Santi Simone e Giuda Taddeo. Il campanile dell’antico tempio, risalente ai primi tempi del cristianesimo locale, svetta dal monte Celentone fra i boschi della Val del Biois, una valle laterale del Cordevole (Provincia di Belluno), a breve distanza dal passo di San Pellegrino, via d’accesso alla Val di Fassa, dai poli turistici di Caviola e Falcade, da Canale d’Agordo, paese natale di Albino Luciani (1912 – 1978), Papa col nome di Giovanni Paolo I, da San Tomaso, con le sue dislocate frazioni di montagna, e da Cencenighe Agordino, via d’accesso all’alto Agordino, all’Ampezzano, a Badia e Gardena, nonché, attraverso la media e bassa valle del Cordevole, ad Agordo e a Belluno, città capoluogo di Provincia e ponte verso la pianura Veneta. 

La venerata Chiesa rappresenta una delle eccellenze della Val del Biois, valle alpina di antica colonizzazione, che nella sua peculiare storia diede all’Agordino ed al mondo uomini liberi, onesti e capaci, in più di un caso assunti alla meritata notorietà. Furono essi a volere, costruire, abbellire con opere d’arte, venerare e mantenere questo gioiello di fede, arte e storia, che rientra a buon diritto fra i simboli della Provincia di Belluno e della Diocesi di Belluno – Feltre, inserita inoltre fra i monumenti nazionali dell’Italia, nell’itinerario culturale La pittura del Cinquecento e nel percorso di meditazione Il Cammino delle Dolomiti

La soglia di San Simon di Vallada, consumata dal lungo passaggio di fedeli, pellegrini, viandanti ed emigranti di ritorno alla propria terra, accoglie il visitatore oggi come un tempo, per un momento di contemplazione, di riposo, di spiritualità, fra storia, natura e gli antichi capolavori (ora accuratamente restaurati), che ci parlano prima di tutto di fede ma anche di contatto fra culture, in particolare fra il Rinascimento veneto, qui rappresentato dall’opera del grande autore Paris Bordone, allievo del grande Tiziano Vecellio, ed il gotico tedesco, con le sculture ed i dipinti dell’Altare, probabilmente proveniente da Bressanone nel Sud Tirolo.

Oltre a questi grandi autori nell’ambito della scultura e della pittura, ricordiamo a San Simon di Vallada anche il pregevole organo di inizio 1800, dei Maestri organai Callido, e la traccia viva di artisti, poeti, sacerdoti, uomini e donne che, con le loro capacità ed il loro cuore l’hanno resa e la rendono un luogo vissuto, amato, partecipato.

A loro ricordo citiamo senza dubbio il poeta di Carfon Valerio Da Pos (1740-1822), col suo importante esempio di autodidatta amante delle muse e di uomo di montagna impegnato a favore della sua terra, i poeti valladesi Luigi Lazzaris e Carmela Ronchi, che in epoche diverse citarono l’amata chiesa nei loro scritti, gli scultori Giovanni Battista Andrìch e Pietro Amedeo Lazzaris e due simboli significativi di un popolo abile nel lavoro, tenace nelle sfide, istruito ed appassionato, capace di profonda, intima spiritualità: Albino Luciani, il papa dei trentatrè giorni, che visse San Simon come umile e giovanissimo fedele, come seminarista ed infine come giovane sacerdote, nei primi mesi di servizio alla Chiesa, nell’ormai lontano anno 1935; Attilio Tissi, valoroso alpinista ed uomo di grande impegno sociale, nativo di Vallada e legatissimo alle montagne che lo videro mancare nel 1959, sepolto con gli altri famigliari nell’antico cimitero del monte Celentone.   

San Simon di Vallada, le vicende del passato, la storia di un popolo, il suo cuore: nonostante gli oltre mille anni di età, è un luogo vivo, tuttora sentito con vivo affetto dai Valladesi e dai valligiani della Val del Biois, dai Bellunesi e da chi giunge da più lontano, attratto dalla storia, dall’arte, dal fascino e dalla quiete. Lo provano l’impegno dei parroci e dei parrocchiani, profuso senza risparmio negli impegnativi restauri e nella manutenzione quotidiana del luogo sacro, che si desidera sia, come da sempre, il più splendido ed accogliente possibile.